Il 1° luglio 2023 entra in vigore il Dlgs 36-2023 Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici. Il Nuovo codice abroga il precedente Dlgs 50-2016 e, di conseguenza, i DM560/17 e DM 312/21 e stabilisce all’art. 43 che l’obbligatorietà del BIM per tutte le opere di nuova costruzione al di sopra del 1 milione di euro a partire dal 2025. Il Decreto nel suo complesso individua nella digitalizzazione il mezzo per garantire qualità, trasparenza, risparmio economico e sostenibilità in tutti i processi autorizzativi tra i quali in particolari quelli relativi alle attività progettuali e di gestione di cespiti immobili.

Oggi appare altresì evidente come il comparto pubblico stia fungendo da traino per il comparto privato sui temi riguardanti il BIM e la digitalizzazione più in generale, considerando la notevole efficienza che approcci innovativi basati sulla digitalizzazione possano apportare al comparto delle costruzioni spinto sempre più verso la crescente necessità di garantire qualità, trasparenza, sicurezza, risparmio economico e sostenibilità.

Nel contesto appena descritto appare evidente la necessità di adeguarsi fin da subito a questi nuovi paradigmi, individuando quali sono le aree di miglioramento sulle quali agire per adottare con consapevolezza un nuovo metodo di lavoro basato su approcci digitalizzati supportati da tecnologie innovative, pertanto standard nazionali e internazionali hanno definito framework di lavoro rinnovati che necessitano di un salto di qualità nella preparazione e nelle competenze degli operatori del settore nonché di una revisione della strutture organizzative.

L’introduzione di “Metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni”, così come definiti dal nuovo codice degli appalti pubblici,
presuppone l’attuazione di un vero e proprio processo di “change management”.